venerdì 2 maggio 2014

La Piaga Nascosta

San Bernardo, Abate di Chiaravalle, domandò nella preghiera a Nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua Passione. Gli fu risposto: “Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce: questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; ed a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con tre Pater, tre Ave e treGloria al giorno perdonerò i peccati veniali e non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte improvvisa ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno la grazia e la misericordia”.

Preghiera alla Sacra spalla


Dilettissimo Signore Gesù Cristo,
mansuetissimo Agnello di Dio,
io povero peccatore, adoro e venero
la Vostra Santissima Piaga
che riceveste sulla Spalla nel portare
la pesantissima Croce del Calvario,
nella quale restarono scoperte tre Sacralissime Ossa,
tollerando in essa un immenso dolore;
Vi supplico, in virtù e per i meriti di detta Piaga,
di avere su di me misericordia
col perdonarmi tutti i miei peccati sia mortali che veniali,
ad assistermi nell’ora della morte
e di condurmi nel vostro regno beato.

Pater, Ave, Gloria (tre volte)


San Pio e la piaga della spalla
San Pio da Pietrelcina è stato uno di quei pochissimi sacerdoti santi ad aver avuto l’onore di portare sul proprio corpo i segni visibili e tangibili della Passione di Nostro Signore Gesù Cri­sto, e anche lui ha patito gli stessi atroci dolori alla piaga della sua spalla, a conferma di quanto rivelato diretta­mente da Gesù a San Bernardo sulla presenza di una dolorosissima ed inco­gnita piaga alla Sua Sacra Spalla. Una sconcertante scoperta riguardo ai dolori alla spalla patiti da Padre Pio è stata fatta dopo la sua morte da un carissimo amico del Padre, nonché suo figlio spirituale, Fra’ Modestino da Pie­trelcina, il quale riferì:

«... Dopo la morte di Padre Pio, continuai ad esplo­rare con cura ed oculatezza ogni lembo dei suoi indumenti che sistemavo e ar­chiviavo, con il presentimento che an­cora qualche altra sconcertante sco­perta avrei dovuto fare. Non mi sba­gliai! Quando fu la volta delle maglie, mi venne in mente che una sera del 1947, davanti alla cella N.5, Padre Pio mi confidò che uno dei suoi più grandi dolori era quello che provava quando si cambiava la maglia... avevo pensato che quel dolore fosse stato causato al venerato Padre dalla piaga che egli aveva sul costato. Il 4 febbraio 1971 però dovetti cam­biare opinione allorché, osservando con più attenzione una maglia di lana da lui usata, notai sopra di essa, con mia grande sorpresa, all'altezza della clavicola, una traccia indelebile di sangue. Non mi sembrava, come nella "camicia della flagellazione" una macchia di essudazione sanguigna. Si trattava del segno evidente di una ec­chimosi circolare di circa dieci centi­metri di diametro, all'inizio della spal­la, vicino alla clavicola. Mi ba­lenò l'idea che il dolore lamentato da Padre Pio potesse derivargli da quella misteriosa piaga. Rimasi scosso e per­plesso. D'altra parte avevo letto su qualche libro di pietà una preghiera in onore della piaga della spalla di Nostro Si­gnore, apertagli dal legno della Croce che, scoprendogli tre sacratissime ossa, Gli avevano procurato acerbissimo dolore. Se in Padre Pio si erano ripetu­ti tutti i dolori della Passione, non era da escludersi che egli avesse sofferto anche quelli provocati dalla piaga del­la spalla. La sua sofferenza nel con­templare Cristo carico del pesante le­gno e più ancora, carico dei nostri peccati, gli aveva procurato certamen­te sulla spalla quella ennesima ferita. Dolore mistico e dolore fisico. Ormai, grazie al mio amico medico, avevo le idee chiare, o quasi, in proposito. In Gesù, carico della croce, sulla spalla si era avuta la distruzione del­l'epidermide e del sottocutaneo. Il peso del legno e lo strofinio del durissimo elemento rigido contro le parti molli, gli aveva prodotto una lesione trauma­tica muscolare, con "risentimento al­gico nevritico osseo". In Padre Pio quella lesione fisica, generata dalla sofferenza mistica, aveva determinato un profondo ematoma e una fuoriusci­ta di liquido ematico sulla spalla, con secrezione sierosa. Ecco quin­di sulla maglia un alone sfocato con al centro la macchia scura del sangue assorbito. Di questa scoperta parlai subito al padre superiore che mi disse di scrive­re una breve relazione. Anche Padre Pellegrino Funicelli, che per anni ave­va assistito Padre Pio, mi confidò che, aiutando parecchie volte il Padre a cambiare la maglia di lana che indos­sava, aveva notato quasi sempre, sulla spalla ora destra ora sinistra, una ec­chimosi circolare. In aggiunta a questa, un’importan­te conferma mi venne dallo stesso Pa­dre Pio. A sera, prima di addormentar­mi, feci a lui, con tanta fede, questa preghiera: "Caro Padre, se tu avevi veramente la piaga alla spalla, dam­mene un segno". Mi addormentai. Ma, esattamente all'una e cinque minuti di quella notte, mentre dormivo tranquil­lamente, un improvviso, acuto dolore alla spalla mi fece svegliare. Era come se qualcuno, con un coltello mi avesse scarnito l'osso della clavicola. Se quel dolore fosse durato qualche minuto ancora, penso che sarei morto. Con­temporaneamente sentii una voce che mi diceva: "Così ho sofferto io!". Un intenso profumo mi avvolse e riempì tutta la mia cella. Sentii il cuore tra­boccante di amor di Dio. Provai anco­ra una strana sensazione: l'essere sta­to privato di quella insopportabile sof­ferenza mi era ancora più penoso. Il corpo voleva respingerla ma l'anima, inspiegabilmente, la desiderava. Era dolorosissima e dolce insieme. Ormai avevo capito! Confuso più che mai avevo la certezza che Padre Pio, oltre alle stigmate alle mani, ai piedi e al costato, oltre ad aver subito la flagellazione e la coronazione di spine, per anni, novello Cireneo di tutti e per tutti, aveva aiutato Gesù a porta­re la croce delle nostre miserie, delle nostre colpe, dei nostri peccati. E quel­la maglia ne portava indelebile il se­gno!».
da «Novissimum Verbum» (sett. - dic. 2002)