mercoledì 12 dicembre 2018
venerdì 30 novembre 2018
Paradosso Norvegese: l'ideologia gender rifiuta la biologia?
il video del comico che fece chiudere il " Nordic Gender Institute"
per accedere al video
https://youtu.be/_50fAgQiMXg
Un documentario
scandinavo di successo dimostra l’inconsistenza scientifica di
questa ideologia. Dopo il dibattito scaturito, le Istituzioni
tagliano i fondi al Nordic Gender Institute
I fautori
dell’ideologia della parità di genere, qui in Italia, guardano ai
Paesi scandinavi come a dei modelli da seguire. Non tutti sanno,
però, che nella progressista Norvegia, ad esempio, l’ideologia
gender ha sì conosciuto una fase storica di popolarità, ma oggi si
sta sciogliendo come un blocco di ghiaccio nel mare di Barents
all’approssimarsi della stagione estiva.
Lo dimostra un fatto
su tutti. Nel 2011 il Consiglio dei ministri dei governi nordici ha
deciso di sospendere i finanziamenti al Nordic Gender Institute,
fervido centro di ricerche sull’uguaglianza di genere nonché
bandiera dell’ideologia gender. La decisione è avvenuta a seguito
di un dibattito che ha appassionato l’opinione pubblica scandinava
per diversi mesi.
A suscitarlo è
stata la trasmissione sulla tv nazionale norvegese di un documentario
girato dal sociologo e attore Harald Eia, famoso in patria per essere
il protagonista di un programma comico. Il documentario si chiama
Hjernevask (lavaggio del cervello) e ha il pregio di indagare in modo
meticoloso sull’eventuale presenza di fondamenti scientifici
dell’ideologia gender, secondo cui donne e uomini sarebbero diversi
solo dal punto di vista fisico, poiché le attitudini costituirebbero
caratteri non innati bensì appresi da imposizioni culturali da
eliminare.
Nella prima puntata
Eia prende in esame quello che lui definisce il “paradosso
norvegese”. La sua inchiesta parte dall’Università di Oslo, dove
incontra Camilla Schreiner, autrice di una ricerca dalla quale
emergono dati sorprendenti circa le scelte e gli interessi lavorativi
dei due sessi. Dati che dimostrano che in Norvegia, dopo anni di
politiche per la parità di genere, le differenze tra uomini e donne
sono più marcate rispetto al passato. I cosiddetti “stereotipi”
trovano conferma proprio nel Paese che guida la classifica mondiale
in campo di rispetto dell’uguaglianza di genere: la dimostrazione è
che il 90% degli infermieri sono donne e il 90% degli ingegneri sono
uomini.
La conclusione cui
giungono gli esperti è quindi che, laddove è concessa maggiore
libertà d’espressione senza condizionamenti, le donne e gli uomini
esprimono scelte differenti. Teoria corroborata anche da un altro
fatto: in Paesi in cui l’uguaglianza di genere resta una chimera
(Arabia Saudita, Pakistan, Malesia…), le donne prediligono attività
professionali tecniche, giacché vengono viste come un mezzo di
emancipazione o, semplicemente, come opportunità lavorative con più
offerta.
Ne danno prova, nel
documentario, Cathrine Egeland, filosofa che lavora all’Istituto di
ricerca del lavoro, e Jørgen Lorentzen, del Centro di ricerca
interdisciplinare sul genere dell’Università di Oslo. Quest’ultimo
definisce “studi superati” le teorie secondo cui le differenze
tra uomini e donne sono dovute, oltre che in parte ad aspetti
culturali, anche e soprattutto a fattori biologici. E sorride
sarcastico quando l’intervistatore gli fa presente dell’esistenza
di qualificate ricerche sull’origine innata delle differenze
sessuali.
Per andare al di là
di quel ghigno superbo, Eia si mette in viaggio e decide di
incontrare personalmente gli autori di quegli studi che Lorentzen
ritiene esser “superati”. Attraversa così la Norvegia, la Gran
Bretagna e gli Stati Uniti e visita alcune tra le più prestigiose
università del mondo. È qui che dialoga con professori di
psicologia, medicina e sociologia.
Tutti gli esperti
intervistati da Eia affermano che le differenze sessuali sono
soprattutto di carattere biologico, ma essi non escludono affatto
l’esistenza di influenze ambientali. Al contrario, i pasdaran della
“gender theory” si arrogano di negare ogni incidenza biologica
fondando le loro tesi soltanto sugli aspetti culturali e – come
dicono loro stessi – sulla teoretica, ossia su un’attività priva
di finalità pratiche.
da zenit.rog
mercoledì 21 novembre 2018
Incontro con Costanza Miriano -- "Si salvi chi vuole" -- 16 Novembre 2018
Qui sotto il link per guardarlo su Youtube
https://youtu.be/AuJA6Xrhdfk
Incontro con Costanza Miriano su "Si salvi chi vuole"
giovedì 15 novembre 2018
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