venerdì 22 novembre 2013

San Francesco e San Tommaso - G. K. Chesterton

"Sì; a dispetto dei contrasti che sono cospicui e addirittura comici quanto il paragone tra il grasso e il magro, tra l'uomo alto e quello basso; a dispetto del contrasto tra il vagabondo e lo studioso, tra il novizio e l'aristocratico, tra il nemico dei libri e l'amante dei libri, tra il più selvaggio di tutti i missionari e il più mite di tutti i professori, il fatto saliente nella storia medievale è che questi due grandi uomini lavoravano alla stessa grande opera; uno nello studio e l'altro per la strada. Non portavano qualcosa di nuovo nel cristianesimo, nel senso di qualcosa di pagano o di eretico dentro al cristianesimo; al contrario, portavano il cristianesimo dentro la cristianità. Ma lo riportavano all'indietro andando contro la pressione di certe tendenze storiche, cresciute fino a diventare atteggiamenti consolidati presso molte grandi scuole e autorità della Chiesa; e usavano strumenti e armi che a molti apparivano associati con l'eresia o il paganesimo. San Francesco usava la Natura un po' come san Tommaso usava Aristotele; e qualcuno aveva l'impressione che usassero una dea pagana e un sapiente pagano. Che cosa facessero effettivamente, e soprattutto che cosa facesse effettivamente san Tommaso, costituirà il principale argomento di queste pagine; ma è bene poterlo confrontare fin dal principio con un santo più popolare, perché così possiamo tirarne fuori l'essenziale nella maniera più popolare. Forse suonerebbe troppo paradossale dire che questi due santi ci hanno salvato dalla spiritualità; una fine spaventosa. Forse potrei essere frainteso se dicessi che san Francesco, con tutto il suo amore per gli animali, ci salvò dall'essere buddisti; e che san Tommaso, con tutto il suo amore per la filosofia greca, ci salvò dall'essere platonici. Ma è meglio dire la verità nella maniera più semplice; e cioè che entrambi riaffermarono l'Incarnazione, riportando Cristo sulla Terra."

 G. K. Chesterton, San Tommaso d'Aquino

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