San Francesco e San Tommaso - G. K. Chesterton
"Sì; a dispetto dei contrasti che sono cospicui e addirittura comici
quanto il paragone tra il grasso e il magro, tra l'uomo alto e quello
basso; a dispetto del contrasto tra il vagabondo e lo studioso, tra il
novizio e l'aristocratico, tra il nemico dei libri e l'amante dei libri,
tra il più selvaggio di tutti i missionari e il più mite di tutti i
professori, il fatto saliente nella storia medievale è che questi due
grandi uomini lavoravano alla stessa grande opera; uno nello studio e
l'altro per la strada. Non portavano qualcosa di nuovo nel
cristianesimo, nel senso di qualcosa di pagano o di eretico dentro al
cristianesimo; al contrario, portavano il cristianesimo dentro la
cristianità. Ma lo riportavano all'indietro andando contro la pressione
di certe tendenze storiche, cresciute fino a diventare atteggiamenti
consolidati presso molte grandi scuole e autorità della Chiesa; e
usavano strumenti e armi che a molti apparivano associati con l'eresia o
il paganesimo. San Francesco usava la Natura un po' come san Tommaso
usava Aristotele; e qualcuno aveva l'impressione che usassero una dea
pagana e un sapiente pagano. Che cosa facessero effettivamente, e
soprattutto che cosa facesse effettivamente san Tommaso, costituirà il
principale argomento di queste pagine; ma è bene poterlo confrontare fin
dal principio con un santo più popolare, perché così possiamo tirarne
fuori l'essenziale nella maniera più popolare. Forse suonerebbe troppo
paradossale dire che questi due santi ci hanno salvato dalla
spiritualità; una fine spaventosa. Forse potrei essere frainteso se
dicessi che san Francesco, con tutto il suo amore per gli animali, ci
salvò dall'essere buddisti; e che san Tommaso, con tutto il suo amore
per la filosofia greca, ci salvò dall'essere platonici. Ma è meglio dire
la verità nella maniera più semplice; e cioè che entrambi riaffermarono
l'Incarnazione, riportando Cristo sulla Terra."
G. K. Chesterton, San Tommaso d'Aquino
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